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 Il terzo libro

Questo terzo libro si differenzia dai precedenti "pensieri in movimento" perché vuole affrontare un tema specifico che è quello del mondo del lavoro, dove l'individuo passa la gran parte della vita alla ricerca di quella dimensione realizzativa che può influenzare profondamente la sua esistenza.

Il presente lavoro vuole offrire una serie di stimoli e di provocazioni per riflettere su temi "vitali" che appartengono all'esperienza quotidiana, alla routine, e per questo, il più delle volte, non vengono analizzati con la dovuta "attenzione".

Come ho già evidenziato nei miei primi due volumi, l'obiettivo è "razionalizzare l'ovvio", come ho fatto e continuo a fare nelle aule di formazione da trent'anni.

Il punto centrale dell'analisi rimane la verifica di quanto ognuno incida sulla propria realtà e quanto sia presente in ciascuno di noi la consapevolezza del proprio spazio di responsabilità in stretto collegamento con "l'indice d'incidenza personale", vale a dire il proprio contributo al raggiungimento degli obiettivi.

Diviene utile, allora, svelare le profonde convinzioni che condizionano i comportamenti nella vita relazionale ed affettiva, partendo dagli "imprinting" infantili che rimangono nei costrutti personali, incidendo, spesso, sulle nostre decisioni, le nostre strategie di vita ed i livelli di soddisfazione.

La ricercata "leggerezza" della trattazione non vuole essere una banalizzazione di tematiche particolarmente significative, ma un modo per sviluppare un discorso con i lettori, dove lo scambio di pensieri diviene l'attivatore di un percorso di riflessioni continuo.

Lo scambio, infatti, è un arricchimento reciproco, sottolineato in questo semplice pensiero che ho ascoltato recentemente alla radio:
"Se ci scambiamo degli oggetti rimaniamo possessori sempre di un solo oggetto - il sinallagma, vale a dire il contratto a prestazioni corrispettive, si declina, infatti, in "io do una cosa a te, tu dai una cosa a me" - mentre se ci scambiamo un'idea non ci priviamo di nulla, ma diventiamo entrambi possessori di due idee se non, addirittura, di un numero maggiore, frutto dello stimolo innovativo reciproco".

Queste pagine vogliono essere un primo step di riflessioni sul mondo del lavoro, con una funzione di "apripista", al quale seguiranno altri lavori elaborati insieme agli amici stimolati da tali tematiche.

Così spero di realizzare sulla base delle considerazioni dei lettori, inserite nelle pagine finali vuote, altri libri d'approfondimento, sviluppati in chiave monografica.

L'impegno di mettermi al computer, durante le ferie di agosto, per elaborare nuove riflessioni e dare una "vita propria" ai pensieri, che da anni stanno in movimento nella testa, è un'opportunità della quale ringrazio in anticipo i miei amici che vorranno partecipare allo sviluppo delle nuove iniziative letterarie.

La rapidità di elaborazione, anche in relazione alle modalità "soft" di affrontare concetti "hard", mi permette di continuare, con cadenza annuale, il dialogo con i miei interlocutori, attraverso la carta stampata e gli strumenti telematici, e di mantenere una forte motivazione a scoprire ed immagazzinare, durante l'inverno e le stagioni intermedie, stimoli ed idee.
La trattazione degli argomenti, lungi dal voler essere esaustiva, ha soprattutto la funzione di aprire delle windows (finestre), attraverso le quali costruire nuove correlazioni e sinapsi.

Un piccolo aneddoto sul tema del tempo utilizzato per realizzare un'impresa personale:
"Tanti anni fa un mio pseudo zio - sono sempre stati chiamati così i più cari amici dei genitori - di professione commercialista, aveva tra i suoi clienti un pittore, maestro di chiara fama, piuttosto in là con gli anni. 
Un giorno, l'artista dovendo aspettare un po' di tempo per la firma di un atto importante, fu invitato dallo zio, che amava molto l'arte, a sfruttare il tempo dell'attesa facendo un disegno con alcuni carboncini che, guarda caso, si trovavano nello studio.
Passata non più di mezz'ora l'opera, che consisteva in un viso di bambina, era compiuta, a dimostrazione dell'abilità dell'autore. 
Agli sperticati complimenti del commercialista per un tale capolavoro in così poco tempo, il pittore rispose che non c'erano voluti trenta minuti per il bozzetto, ma ottant'anni e mezz'ora".

Il senso della battuta del maestro è d'immediata comprensione, tanto che, ultimamente, ho scoperto in un bar, sopra la macchina del caffè, un cartello che pubblicizzava una nota marca, con l'immagine del ciclo di vita della bevanda, dallo sviluppo della pianta alla torrefazione dei semi, concludendo con una significativa frase: "Per il tuo caffè ci sono voluti quattro anni e quaranta secondi", collegando il tempo necessario per la realizzazione del prodotto con i pochi attimi per trasformarlo nel gradevole espresso nella nostra tazzina.

Con la solita logica sperimentata delle citazioni e dei riferimenti, riporterò, in ogni capitolo, una favola di Esopo che, con la sua morale alla fine del racconto, sviluppa una funzione educativa che appare ancora adeguata al mondo attuale, anche se l'autore scriveva le sue favole in un periodo che va dalla fine del VII secolo alla metà del VI secolo a.C..

Le favole hanno un valore attuale perché, originariamente, non erano destinate all'educazione infantile, ma a dare significato alla vita quotidiana dei membri delle comunità.

Queste storie riuscivano a dare delle spiegazioni a particolari eventi naturali, attraverso racconti mitologici ed allegorie di vita tra animali che si collegavano a specifiche situazioni della realtà umana. 

Le favole che riporterò nel libro sono state scelte tra le circa trecentocinquanta che fanno parte della raccolta, l'"editio minor", realizzata ottant'anni fa dal ricercatore francese Émile Chambry, che le ha catalogate con un numero progressivo. 

Farò riferimento, inoltre, ad alcuni giochi infantili per dimostrare che hanno lasciato un segno importante sui sistemi di convinzioni delle persone, visto che continuano ad essere giocati da presunti adulti, che continuano, però, a fare i "post bambini" con conseguenze che lascio al lettore immaginare.

E, infine, ci saranno diversi proverbi che mantengono la loro significatività nella cultura attuale e condizionano, ancora in qualche modo, i comportamenti degli individui.

Un'ultima annotazione sull'articolo determinativo che si trova nel titolo del libro, trasformando i precedenti "pensieri in movimento" in "i pensieri in movimento".

Non è un semplice inserimento di una "i", ma un cambiamento concettuale in quanto non sono più "pensieri" indefiniti, vaganti in libertà, ma un certo numero di precisi spunti che ho elaborato alla luce della mia lunga esperienza nel mondo del lavoro.

Tali spunti vogliono essere uno stimolo per discutere, per approfondire le mie convinzioni, che vorrei condividere sempre di più con i lettori, allo scopo di sviluppare alcuni pensieri "forti", definiti e spiegati attraverso un lavoro sinergico, per poi associarli ai modelli filosofici caratterizzati da "pensieri deboli", attualmente di moda.

L'inserimento di un articolo davanti ad un sostantivo non è privo di un significato storico-culturale, infatti, la differenza di approccio alla realtà tra i greci ed i latini si può spiegare, anche, attraverso la presenza o meno di esso: una cosa è dire "Oi Teoi", un concetto filosofico per i greci, altro è dire, come i latini, "Dei", dove il significato si collega ad una modalità, senza dubbio, più operativa e pragmatica di approccio con la realtà.

E, forse, la distinzione tra questi due mondi storici passa attraverso una tale scelta sintattica.

Il libro si articola in dieci capitoli che aprono la discussione su importanti argomenti, ognuno meritevole di un libro, che vanno dal disagio organizzativo, alla percezione, alla motivazione, alla comunicazione, alla negoziazione, alle dinamiche di gruppo, al problem solving per terminare con la leadership, il servizio e la responsabilità.

La bibliografia finale riporterà alcuni libri che possono rappresentare la base per un utile percorso d'approfondimento.

Il carattere a corpo "18" che era stato utilizzato nei precedenti volumi, è stato trasformato in un più funzionale "16", per permettere al libro, pur conservando una facilità di lettura senza l'obbligo degli occhiali, di rimanere un "pocket" da tenere a portata di mano per "spizzicarlo" frequentemente. 

Dato il carattere "colloquiale" del libro, anche gli argomenti più specificatamente tecnici sono stati esposti in modo descrittivo, lasciando le rappresentazioni grafiche, utili per un'eventuale semplificazione visiva dell'argomento, in un'apposita sezione dopo le conclusioni.

 

In sottofondo stai ascoltando  "It's a Small World"  

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