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Pensieri in movimento

Nell'estate del millenovecentonovantanove, durante una serata d’intrattenimento organizzata in una suggestiva località siciliana  per un gruppo di ospiti e di residenti, mi sono trovato, spinto da un amico animatore, a gestire un quarto d’ora di spettacolo.

    Con il pubblico, allora, ho sviluppato un breve percorso di riflessione, lanciando una serie di stimoli comportamentali, come faccio, oramai da tanti anni, nelle aule aziendali ed universitarie, accentuando, in quell'occasione, il taglio umoristico con il quale cerco di condire tematiche che, a prima vista, o, per meglio dire, a primo ascolto, possono apparire serie e pesanti.

    La cosa che mi ha lasciato perplesso è stata che la "performance", realizzata in un clima surreale, dato che nessuno si sarebbe aspettato una lezione di psicologia, ha tendenzialmente "bucato", come si dice in termini televisivi, l’uditorio, lasciando gli spettatori soddisfatti, con qualche dubbio, qualche domanda e forse con un desiderio di ulteriori approfondimenti.

    Credo che, nel complesso, sia stato un piccolo dono offerto alle persone presenti, che con il loro positivo feed-back hanno contraccambiato il mio impegno.

    Allora mi sono detto che era giunto il momento di mettere per iscritto qualche pensiero e riflessione, per i miei amici attuali e potenziali, per le persone che frequento alle quali sono affettivamente legato.

    Con loro voglio iniziare uno scambio più profondo attraverso la presentazione del mio percorso di elaborazione sui temi della vita, nell'ottica di un "giovane cinquantenne" che, passato attraverso un mezzo secolo di esperienze, positive e negative, come peraltro accade a tutti gli esseri umani, ha sviluppato alcune chiavi di lettura nel confronto quotidiano con la realtà.

    Questo libro vuole essere un regalo agli amici, un "divertissement" letterario che, in fondo, ha l'obiettivo di portare il lettore a fare una veloce esplorazione attraverso il territorio abitato dagli esseri umani, con le loro grandezze e con le loro debolezze, dove la gioia ed il dolore sono facce, a volte, della stessa medaglia.

    Per simpatia nei confronti dei miei coetanei, svilupperò queste pagine con una dimensione ampia dei caratteri, in corpo 18, così da essere lette senza occhiali e non supererò le cento facciate in modo che l'intero libro si possa leggere, al massimo, in un paio d'ore, salvo poi, impiegare altro tempo per un approfondimento degli argomenti trattati.

    La modalità che seguirò nel proporre i temi di lettura è soprattutto quella dell’utilizzo delle correlazioni, in quanto cercherò di allargare, il più possibile, il discorso su diversi campi - una tipologia di percorso multidisciplinare che è diventato l'elemento caratterizzante del nuovo esame di maturità - aprendo, come si opera in informatica, nuove finestre (windows), attraverso un processo di "associazioni".

    Un tale metodo ci riporta da un lato a Freud e dall’altro ad un gioco che si faceva da ragazzi, soprattutto, quando si doveva stare in casa e non si poteva andare a fare danni all’aperto.

    Inoltre, riuscire a collegare gli argomenti al proprio vissuto personale sedimenta il dato che viene appreso, che così può entrare, più facilmente, nella memoria a lungo termine.

    Dando, quindi, una connotazione pratica ai concetti, si possono superare le difese con le quali, a livello conscio od inconscio, si impedisce, molte volte, a nuovi stimoli di entrare nella nostra vita.

    E' sempre molto difficile concretizzare una teoria, infatti, come sottolinea lo scrittore austriaco Karl Kraus con un paradosso: "La prova più forte contro una teoria è la sua applicabilità".

    Per concludere questa breve premessa, c'è da fare una considerazione sull’utilità di attivare costantemente il cervello, attraverso lo sviluppo delle correlazioni.

    Queste si materializzano nei passaggi di impulsi nervosi tra i nostri milioni di neuroni che, collegandosi tra loro, producono le "sinapsi": è come fare una ginnastica cerebrale per mantenere la mente sveglia e pronta alla risposta.

    Ultimamente, in un dibattito con un neurofisiologo sulla brillantezza del cervello superati gli "anta", ho dovuto prendere atto che la massa cerebrale con l’aumento dell’età anagrafica perde peso, ma, nello stesso tempo, sono riuscito a ribadire che la vivacità intellettuale non dipende da dati quantitativi bensì da quelli qualitativi.

    A questo proposito, Rita Levi Montalcini, Nobel 1986, intervistata di recente sul deterioramento delle funzioni intellettuali in relazione al sopraggiungere della vecchiaia, ha risposto che la sua mente è in piena e totale funzionalità grazie ad un intenso e continuo utilizzo.

Email: amici@pensierinmovimento.com

 

In sottofondo stai ascoltando il primo movimento del Divertimento in D, K.136 di Mozart

 

 

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